COLERA

Cos’è?

Il colera è una malattia infettiva causata dalla tossina prodotta da un batterio (Vibrio Cholerae) e caratterizzata da diarrea acquosa che può, nel giro di qualche ora, portare a grave disidratazione. Se la malattia non è trattata, è letale in oltre il 50% dei casi. L’infezione avviene in seguito all’ingestione di alimenti (verdura, frutta, molluschi) o in seguito alla assunzione di acqua contaminata da feci o vomito di persone infette. La malattia si manifesta, dopo una breve incubazione di 2-3 giorni, con diarrea intensa e con numerose scariche sempre più liquide e incolori, con aspetto tipico ad “acqua di riso” e con enormi perdite di liquidi e di sali minerali. Spesso vi è il vomito che aggrava lo stato di disidratazione. Il paziente è ipoteso, con pulsazioni cardiache elevate e con diuresi ridotta o addirittura assente. Se non si interviene tempestivamente con adeguata idratazione e reintegro dei sali minerali persi, la situazione clinica può portare a morte.

 

Impatto sulla popolazione

L’assenza o la carenza di acqua potabile o di acque contaminate e le inadeguate condizioni sanitarie di alcune aree, spesso unite a un generale stato di povertà e di degrado, sono le principali cause di diffusione del colera. Le aree tipicamente a rischio sono le periferie urbane o i campi di rifugiati, dove la totale mancanza di infrastrutture rende completamente inadeguate le condizioni sanitarie, e dove l’assenza di sistemi fognari efficienti favorisce la contaminazione delle acque. Queste condizioni fanno dei Paesi in via di sviluppo le aree a maggior rischio di diffusione della malattia. Nel 2005, in concomitanza con un aumento delle popolazioni vulnerabili, è stato registrato un aumento della diffusione della malattia. Nel 2006 i casi sono notevolmente aumentati per un totale di 236.896 contagi in 52 diversi Paesi. Nel luglio 2012 l’OMS ha segnalato epidemie di colera a Cuba riportando 158 casi con 3 decessi ed infine un’altra epidemia è stata segnalata ad ottobre in Sierra Leone dove il numero totale dei casi segnalato è stato di 20.736 con 280 decessi. In Italia, l’ultima importante epidemia di colera risale al 1973 in Campania e Puglia. Nel 1994 si è verificata a Bari un’epidemia di limitate proporzioni, in cui sono stati segnalati meno di 10 casi. Da allora, l’unico episodio descritto risale all’agosto del 2008 in un soggetto di sesso maschile rientrato da un viaggio all’Estero (Egitto). Questi episodi mostrano che il rischio di importazione dalle aree endemiche esiste sempre per gli intensi scambi turistici, commerciali e di lavoro.

 

Vaccino

Il rischio di infezione è basso per i turisti, mentre può essere elevato per gli operatori di gruppi umanitari operanti in aree colpite da disastri e in campi profughi. È disponibile un vaccino orale che contiene il batterio inattivato  e una parte della tossina in grado di stimolare il sistema immunitario senza causare la malattia; il vaccino è somministrato con le seguenti modalità:

  • adulti e bambini di età > 6 anni: due dosi distanziate di almeno una settimana;
  • bambini dai 2 ai 6 anni: tre dosi distanziate di almeno una settimana.

È raccomandata una dose di richiamo a distanza di due anni. E’ necessario completare il ciclo vaccinale almeno una settimana prima della potenziale esposizione all’infezione.

 

  • Quando non si deve vaccinare

La vaccinazione non deve essere somministrata ai soggetti che hanno presentato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino o a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.

 

  • Quando si deve rinviare

Questa vaccinazione deve essere temporaneamente rinviata quando il soggetto presenta una malattia gastrointestinale acuta, turbe generali giudicate clinicamente importanti.

 

Rischi dovuti alla malattia

I rischi principali sono:

  • importante disidratazione che, se non trattata può portare alla morte
  • decessi: fino a 50 casi su 100 infezioni non trattate.

Rischi dovuti al vaccino

Gli eventuali effetti collaterali sono:

  • mal di testa, diarrea, dolore e crampi addominali: 1 caso ogni 1000 dosi.

 

Ha senso rischiare la malattia quando abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace?

No, perché:

  • può complicarsi con una grave disidratazione fino ad arrivare al decesso.
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