POLIOMIELITE

Cos’è?

La poliomielite è una malattia infettiva causata da tre diversi tipi di virus; si trasmette per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua e cibi contaminati o attraverso la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età. Si tratta di una malattia molto pericolosa in quanto, nei casi più gravi, può provocare paralisi irreversibili, per lo più degli arti, e a volte anche la morte. Purtroppo non vi sono farmaci in grado di curare questa malattia una volta che essa si sia sviluppata; l’unica concreta possibilità per evitare le sue gravi conseguenze per la salute è rappresentata dalla prevenzione attraverso la vaccinazione.

 

Impatto sulla popolazione

In Italia, prima che venisse adottata la vaccinazione (legge del 1966), si verificarono più di 6.000 casi di poliomielite nel 1958 e circa 3.000 casi all’anno negli anni sessanta; l’ultimo caso è stato registrato nel 1983; nel 1984 e 1988 vi sono stati due casi in bambini provenienti dall’estero, non vaccinati.

Nel 1988 erano 125 i Paesi con poliomielite endemica e si verificavano ogni anno più di 350.000 casi.  In quell’anno l’OMS si era posta l’obiettivo di eradicare la polio ed era stata avviata una campagna vaccinale mondiale; come avvenne per il vaiolo, l’eradicazione avrebbe permesso di abbandonare il vaccino. Questo obiettivo non è ancora stato raggiunto. A livello mondiale continuano a verificarsi casi (404 nel 2013) provenienti principalmente dai 3 paesi dove la poliomielite è ancora endemica: Afghanistan, Nigeria, Pakistan.

La regione Europea è stata dichiara dall’OMS libera da polio nel 2002, tuttavia a continuano a verificarsi casi dovuti all’introduzione dei virus nelle comunità da persone con infezioni asintomatiche o da alimenti contaminati, entrambi provenienti da paesi dove la malattia è ancora endemica. Pertanto diviene rilevante mantenere alta la copertura vaccinale della popolazione, fino a quando il ciclo di trasmissione della poliomielite sarà interrotto a livello mondiale.

 

Vaccino

La vaccinazione in Italia è stata attivata alla fine degli anni cinquanta con il vaccino contente virus vivi attenuati, chiamato Sabin o OPV, somministrato per via orale. A partire dal 2002 il vaccino utilizzato è il vaccino Salk o IPV contenente i tre virus della poliomielite uccisi (inattivati), somministrato con un’iniezione per via intramuscolare o sottocutanea. Il ciclo completo della vaccinazione antipoliomielite prevede la somministrazione di 4 dosi. Una quinta dose viene somministrata agli adolescenti per conferire una protezione duratura. Il vaccino è disponibile in formulazione singola o variamente combinata con altri vaccini.

 

  • Quando non si deve vaccinare Il vaccino Salk non deve essere somministrato se il bambino ha manifestato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino o dopo precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.
  • Quando si deve rinviare La vaccinazione antipoliomielite deve essere temporaneamente rinviata se il bambino presenta una malattia acuta con febbre o disturbi generali giudicati clinicamente importanti.

 

Rischi dovuti alla malattia

Benché la sintomatologia sia simile in tutti i paesi del mondo, la malattia ha una più elevata mortalità nei paesi con minor possibilità di accesso alle cure. Le complicanze principali sono:

  • paralisi flaccida permanente in 1 ogni 100-200 infettati (la percentuale è maggiore nei bambini più piccoli)
  • decessi in 5-15 ogni 100 casi di malattia acuta paralitica

 

Rischi dovuti al vaccino

Questo vaccino è ben tollerato. Gli eventuali effetti collaterali dei vaccino singolo sono:

  • rossore, dolore, indurimento in sede di iniezione: raramente
  • febbre: raramente
  • paralisi o esiti neurologici: nessuno
  • decessi: nessuno

Il vaccino antipoliomielite, come qualsiasi sostanza estranea all’organismo, può determinare, raramente, reazioni allergiche

 

Ha senso rischiare la malattia quando abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace?

No, perché:

  • vi sono ancora paesi, anche vicini all’Italia, dove la malattia non è sotto controllo
  • i virus della polio sono facilmente importabili da un Paese all’altro tramite i portatori asintomatici o gli alimenti
  •  i virus della polio potrebbero diffondersi rapidamente in popolazioni non adeguatamente vaccinate, anche in paesi con buon livello igienico-sanitario
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