Cos’è?
La rosolia è una malattia infettiva esantematica causata da un virus che si trasmette per via aerea o contatto diretto con secrezioni nasali e faringee. Se viene contratta dopo la nascita, si presenta come una malattia lieve a decorso benigno che si manifesta con febbre non elevata, ingrossamento dei linfonodi (soprattutto quelli del collo e della nuca) e con un’eruzione cutanea (arrossamento) di breve durata. Occasionalmente nei bambini si possono osservare piccole emorragie cutanee, negli adolescenti e negli adulti, prevalentemente di sesso femminile, dolori articolari. La rosolia è una malattia grave se contratta per la prima volta durante la gravidanza. In questo caso, infatti, esiste una concreta probabilità che il virus raggiunga il nascituro attraverso la placenta e che provochi seri danni quali aborto e malformazioni congenite di varia gravità a carico del cuore, del cervello, degli occhi e dell’udito (sindrome da rosolia congenita).
Impatto sulla popolazione
In Italia, casi di rosolia sono notevolmente diminuiti da quando si è iniziato a vaccinare i bambini maschi e femmine, dopo che era stato constatato che la sola vaccinazione delle ragazze non controllava i casi di rosolia in gravidanza. Tuttavia, continuano a verificarsi casi di rosolia congenita perché non si riesce a raggiungere il 90% di copertura vaccinale che è considerata la percentuale indispensabile per controllare questa malattia. Nel 2012 sono state notificate 97 infezioni di rosolia in gravidanza e 16 casi confermati di rosolia congenita, 23 interruzioni volontarie di gravidanza e un nato morto.
Anche in Europa non si raggiungono coperture vaccinali elevate necessarie a eliminare la malattia, per cui continuano a verificarsi epidemie. In 27 Paesi Europei, nel 2013, sono stati notificati 38.847 casi
di rosolia e la Polonia ha riportato il 99% di tutti i casi segnalati e 2 casi di rosolia congenita; l’88% dei casi non erano vaccinati o vaccinati in modo incompleto e la fascia di età più colpita è stata 15-19 anni.
Nel mondo, secondo l’OMS ogni anno 110.000 bambini nascono con sindrome da rosolia congenita, soprattutto nella regione africana e del Sud-Est Asiatico, dove le coperture vaccinali sono più basse.
Vaccino
Il vaccino contro la rosolia è costituito dal virus della rosolia vivo ma attenuato in modo da renderlo incapace di provocare la malattia pur conservando la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi. La vaccinazione contro la rosolia può essere effettuata da sola (quando presente in commercio) oppure contemporaneamente a quella contro il morbillo, la parotite e la varicella (vaccino “triplo” o “quadruplo”). In ogni caso il vaccino viene somministrato con un’iniezione per via sottocutanea. La vaccinazione antirosolia viene raccomandata per tutti i bambini a partire dal compimento del primo anno di vita. È anche fortemente raccomandata alle donne non immuni prima di programmare una gravidanza o subito dopo il parto, per proteggerle dall’infezione in caso di gravidanze successive. Oggi si vaccinano anche i maschi, non tanto per la loro protezione individuale, bensì per diminuire maggiormente la circolazione del virus della rosolia nella popolazione e rendere ancor più improbabile l’infezione delle donne in gravidanza.
Il vaccino antirosolia non deve essere somministrato nelle seguenti circostanze:
Le circostanze che rendono opportuno rinviare questa vaccinazione sono:
Rischi dovuti alla malattia
Nei paesi come l’Italia le caratteristiche principali sono:
Rischi dovuti al vaccino
Questo vaccino è ben tollerato. Gli eventuali effetti collaterali compaiono a distanza di 7-14 giorni dalla vaccinazione:
Ha senso rischiare la malattia quando abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace?
No, perché: