ENCEFALITE DA MORSO DI ZECCA

Cos’è?

È un malattia virale, trasmessa dal morso di zecche infette del genere Ixodes, che colpisce il sistema nervoso centrale. Può anche essere trasmessa con il consumo di latte crudo e latticini infettati. La distribuzione e l'incidenza stagionale della TBE rispecchiano la biologia della zecca (massima attività in primavera-estate). Sia larve, che ninfe, che adulti delle zecche possono trasmettere l'infezione. La zecca con la saliva anestetizza la sede del morso che quindi può passare inosservato. Il passaggio interumano, pur non documentato, non è escludibile (esempio con le trasfusioni). L'incubazione è di 4-28 gg (in media circa 8 giorni dal morso).  Nel 70% dei casi l’infezione è asintomatica o si manifesta con sintomi poco rilevanti. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal morso di zecca, si ha una prima fase con sintomi simil influenzali (febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari e articolari) per alcuni giorni. Poi la febbre scompare e, solitamente, i sintomi regrediscono senza alcuna conseguenza. Nel 10-20% di questi casi, però, dopo un intervallo senza sintomi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da segni di coinvolgimento del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida). Nei bambini la malattia tende ad essere più lieve. La mortalità è mediamente dell'1-5%.

 

Impatto sulla popolazione

In Italia i casi sono in aumento e si è passati da 2 casi registrati nel 1992 ai 19 casi del 2002 ed è endemica in provincia di Trento (41 casi nel 1997-2006), Belluno e Gorizia.

L’encefalite da zecche è un’importante causa di infezioni virali del sistema nervoso centrale nell’Europa centro-orientale e del Nord. Nel 1974-2003 c'è stato un aumento del 400% dei casi e nel 1990-2007 sono stati registrati una media annua di 8.755 casi in 19 Paesi europei. Le aree endemiche sono Austria, Germania, Svezia, Croazia, Finlandia, Norvegia, Ungheria, Slovenia, Finlandia, Polonia, Parte dell'ex-URSS, Svizzera e Repubblica Ceca.

Ne mondo è diffusa nel nord della Cina e della Mongolia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 10 000-12 000 casi di encefalite da zecche sono segnalati ogni anno. La maggior parte delle infezioni risultano da punture di zecche durante le attività all'aperto nelle zone boschive.

 

Vaccino

La prevenzione della malattia si attua principalmente attraverso le misure comportamentali atte ad evitare le punture di zecca. Ai soggetti esposti al rischio di morso di zecche in aree endemiche per TBE, è consigliata la vaccinazione, che consiste in tre dosi da somministrare ad un intervallo di 1-3 mesi tra le prime due dosi e 9-12 mesi tra la seconda e la terza dose. La protezione conferita dal ciclo vaccinale è di circa tre anni. È disponibile la formulazione pediatrica che è indicata nei bambini di età compresa da 1 a 15 anni. Per ottenere la protezione immunitaria prima dell’inizio dell’attività stagionale delle zecche, che avviene in primavera, la prima e la seconda dose devono essere somministrate nei mesi invernali. Il vaccino attualmente disponibile in Italia è un vaccino inattivato.

 

  • Quando non si deve vaccinare

La vaccinazione non deve essere somministrata ai soggetti che hanno presentato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino, a precedenti somministrazioni dello stesso, e alle proteine dell’uovo.

 

  • Quando si deve rinviare

Queste vaccinazioni come le altre, devono essere temporaneamente rinviate quando il soggetto presenta una malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate clinicamente importanti.

 

Rischi dovuti alla malattia

I rischi principali sono:

  • Encefalite: 10-20 casi su 100 che presentano sintomatologia
  • Letalità: variabile (1-20%) a seconda della distribuzione geografica

 

Rischi dovuti al vaccino

Gli eventuali effetti collaterali sono:

  • Dolore transitorio in sede di iniezione: 10 ogni 100 dosi
  • Cefalea, nausea, malessere e dolori muscolari: 1 ogni 100 dosi
  • manifestazioni allergiche: molto rare

 

Ha senso rischiare la malattia quando abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace?

No, perché:

  • la malattia può determinare complicanze molto gravi
  • i casi sono in aumento negli ultimi anni in Italia.
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