Affido familiare

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La Legge n. 184 del 4 maggio 1983 prevede l’affido familiare come una misura di protezione temporanea di allontanamento di un bambino o di un ragazzo dalla famiglia di origine che prevede la sua accoglienza in una famiglia affidataria, un atto responsabile di solidarietà verso il minore e la sua famiglia d’origine. La famiglia affidataria non si sostituisce alla famiglia d’origine, ma svolge una funzione complementare ad essa per un certo periodo di tempo.
Per seguire l’Affido familiare sono operativi nel territorio regionale i CASF (Centri per l’affido e la solidarietà familiare) istituiti con DGR n. 1855 del 13 giugno 2006. I CASF sono servizi sovra-distrettuali, chiaramente identificabili per sede e per i professionisti che vi operano (equipe multidisciplinare composta da assistente sociale, psicologo, educatore) e che si occupano in maniera specifica, specializzata, stabile e strutturata di affido familiare e in particolare di promozione dell’affido, di formazione e di sostegno delle famiglie affidatarie ex L. 184/1983.
Inoltre, con DGR n. 3791 del 2 dicembre 2008 sono state approvate le “Linee Guida 2008 per i Servizi Sociali e Socio Sanitari: l’affido familiare nel Veneto. Cultura, orientamenti, responsabilità e buone pratiche per la gestione dei processi di affidamento familiare”, che rispondono alla necessità di promuovere la pratica dell’affido in tutto il territorio regionale, definendo una cornice progettuale e operativa comune, finalizzata a garantire ai minori in situazione di disagio e alle loro famiglie processi di presa in carico caratterizzati da alta qualità, appropriatezza, omogeneità, nel rispetto del diritto fondamentale del minore a crescere nella propria famiglia.
La cornice operativa e istituzionale entro la quale le Linee Guida per l’affido si inseriscono è rappresentato dalle “Linee guida 2008 per la cura e la segnalazione”, approvate con DGR n. 569 del 11 marzo 2008.
La Regione del Veneto sostiene l’affido familiare quale risorsa elettiva finalizzata al sostegno dei minori e delle loro famiglie in difficoltà, riconoscendo a Comuni e Aziende ULSS, un contributo per il sostegno economico alle famiglie affidatarie.
I criteri di riferimento per il calcolo dei contributi sono stati definiti per la prima volta con DGR n. 2908 del 30 dicembre 2013 e si basano sull’ammontare della spesa di parte sociale sostenuta dal Comune o dall’Azienda ULSS, se delegata, al netto di eventuali recuperi effettuati sulla famiglia di origine, sull’eventuale reddito del minore o giovane di altra natura finalizzati a sostenere la spesa. Con cadenza annuale si provvede all’assegnazione delle risorse quantificate in euro 4.850.000 a sostegno degli interventi a tutela dei minori in situazione di disagio con progetti di affido familiare.

Ultimo aggiornamento: 23 Giugno 2025

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